ENOLOGIA
TFA – ACIDO TRIFLUOROACETICO: UN CONTAMINANTE EMERGENTE NEL VINO
L’acido trifluoroacetico (TFA) è una sostanza chimica derivante dalla degradazione di diverse molecole, in particolare quelle appartenenti alla famiglia dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche). Altre fonti di TFA includono gas refrigeranti fluorurati (F-gas), tra cui idroclorofluorocarburi (HCFC) e idrofluorocarburi (HFC), fluoro-polimeri come il teflon e pesticidi fluorurati, di cui 15 sono autorizzati in Italia per l’uso su uva da vino.
Caratteristiche e diffusione del TFA
Il TFA, grazie alle sue proprietà chimiche, è presente un po' ovunque: si tratta infatti di una molecola ultracorta, fortemente idrofila, mobile e altamente persistente nell’ambiente. A differenza di altri PFAS, il TFA è più difficile da rimuovere con trattamenti standard; infatti, mentre la nanofiltrazione può ridurre sensibilmente i PFAS a catena più lunga, per l’eliminazione efficace del TFA risulta necessaria la filtrazione ad osmosi inversa.
Studi recenti e contaminazione nel vino
Lo studio “Message from the bottle – The Rapid Rise of TFA Contamination Across the EU” ha documentato un aumento significativo dei livelli di TFA nei vini europei dagli anni ’90 ad oggi, con alcuni campioni austriaci che hanno mostrato concentrazioni superiori a 300 µg/L (0,3 mg/L).
A basse concentrazioni, i livelli di TFA sono simili in vini provenienti da coltivazioni convenzionali e biologiche. Tuttavia, per concentrazioni più elevate, il TFA risulta generalmente più presente nei vini convenzionali, suggerendo che, oltre ai pesticidi utilizzati esclusivamente in agricoltura convenzionale, esistono ulteriori fonti di contaminazione comuni a entrambi i modelli di coltivazione.
La bassa presenza di TFA nelle materie prime (frutta e verdura) rispetto all’elevata concentrazione nei prodotti derivati (succhi, vino, ecc.) indica che una contaminazione significativa potrebbe avvenire durante la lavorazione della materia prima, probabilmente a causa del contatto con fluoropolimeri.
Normativa e limiti di sicurezza
Attualmente in Europa non è stabilito un limite specifico per il TFA nei prodotti alimentari o nelle acque potabili. Tuttavia, le autorità europee stanno valutando l’introduzione di limiti, soprattutto per le acque, a causa della crescente diffusione e persistenza di questa molecola.
L’EFSA indica un limite di assunzione giornaliera pari a 50 µg/kg di peso corporeo, ma altri enti riportano valori di riferimento molto più bassi.
R&S in Vassanelli Lab
Il reparto Ricerca e Sviluppo di Vassanelli Lab ha implementato e accreditato un metodo analitico basato su tecnica LC-MS/MS, altamente sensibile, per la rilevazione del TFA nel vino. Il limite di quantificazione (L.o.Q.) raggiunto è di 0,01 mg/L (10 µg/L), permettendo una valutazione precisa e affidabile della presenza di questa sostanza.
Per maggiori informazioni o per richiedere l’analisi del TFA nel tuo vino, contatta il nostro laboratorio